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Convento dei Padri Passionisti e Punta Telegrafo

Convento dei Padri Passionisti e Punta Telegrafo

Convento dei Padri Passionisti all'Argentario, luogo di pace e tranquillità fondato da San Paolo della Croce. Punta Telegrafo è la vetta dell'Argentario.

Percorrendo la strada che da Porto S. Stefano porta ad Orbetello, superata la punta degli stretti, troviamo sulla destra (ben indicata dalla segnaletica) la strada provinciale che ci permettere di raggiungere la vetta del Monte Argentario. A quota 273 metri troviamo il convento dei Padri Passionisti, fermate la macchina e godetevi lo splendido panorama che si può ammirare già dal piazzale.
Il convento, circondato da una vegetazione generosa, fu costruito sul finire del 1700 per volere di San Paolo della Croce. I Padri Passionisti promuovono la memoria della passione di Cristo, vivono in comunità e fanno una vita di studio, preghiera ed attività missionaria.

Il complesso è costituito da una parte conventuale e dalla chiesa. Quest'ultima è di stile settecentesco, con facciata neoclassica e decorata internamente con stucchi di stile barocco. Conserva numerose reliquie di San Paolo ed alcune opere di rilievo tra cui la "Presentazione di Maria al Tempio" di Sebastiano Conca da Gaeta, una pregevole copia ottocentesca del dipinto di San Michele di Guido Reni e la “Madonna col Bambino” di Pietro Aldi.
Oggi il Convento dei Passionisti è indubbiamente un luogo di pace, tranquillità e grande suggestione.
Il 12 dicembre del 2000, a sorpresa e tra lo stupore e l'emozione dei monaci presenti, si fermò a pregare nella piccola cappella del convento il Papa Giovanni Paolo II.

Riprendendo la macchina, proseguiamo la salita lasciandoci alle spalle il piccolo convento, arriveremo così a quota 645 metri sul livello del mare, vetta dell'Argentario denominata Punta Telegrafo. Lo spettacolo panoramico è di una bellezza disarmante, si possono ammirare le isole del Giglio, di Giannutri e in condizioni di cielo particolarmente sereno anche l'isola di Montecristo.

Accoglienza a Porto Santo Stefano:

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