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Tesoro di Sovana

Tesoro di Sovana

Il tesoro di Sovana è costituito da 498 monete d'oro (solidi aurei) risalenti al V secolo ed esposti nel Museo di San Mamiliano.

Nel 2004, durante la campagna di scavi archeologici effettuata nel sottosuolo della chiesa di San Mamiliano, a Sovana, venne effettuata una scoperta eccezionale. Sotto il pavimento della chiesa vennero individuate alcune sepolture di età rinascimentale, scavando ancora più in basso vennero alla luce i resti di un edificio termale di epoca romana, ma con grande sorpresa, ancora più in profondità, venne trovato un recipiente in ceramica contenente 498 monete d'oro. Per la precisione si trattava di solidi aurei del V secolo, coniati sotto Leone I e Antemio, per la maggior parte provenienti dalla zecca di Costantinopoli.

Il solido aureo circolò nell'impero bizantino tra il IV ed il X secolo, la scoperta è decisamente importante sia per numero di pezzi che per numero di imperatori rappresentati sulle monete.

Ulteriore fascino sul ritrovamento è dovuto alla tesi di alcuni studiosi secondo i quali il tesoro di Sovana coincide probabilmente con il tesoro di Montecristo reso celebre dal romanzo Il Conte di Montecristo di Dumas. Antiche leggende popolari infatti, narravano che nel monastero di San Mamiliano sull'Isola di Montecristo, fosse nascosto un tesoro, che molti avevano tentato di trovare ma senza alcuna fortuna. La scoperta del 2004 ha dimostrato la parziale verità della leggenda: il tesoro era effettivamente nascosto nella chiesa di San Mamiliano, non in quella di Montecristo ma in quella di Sovana.

Una parte del Tesoro di Sovana è esposto nello stesso luogo che per 1500 anni lo ha custodito ed in cui è stato rinvenuto, luogo che è divenuto il museo di San Mamiliano situato nella piazza del Pretorio a Sovana. Le restanti monete invece si trovano al Museo Archeologico Nazionale di Firenze.

Accoglienza a Sovana

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